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Frazione nascosta tra i boschi lungo la sponda meridionale del Fluvione, dirimpettaia della più nota Meschia.
Non ci sono molte tracce storiche del paese, che nasce in un periodo imprecisato del medioevo, inizialmente era a capo di un suo territorio, nel 1381 era compreso fra i feudi dei castelli ascolani, sottoposto alle autorità del podestà del vicino sindacato di Osoli.
Sarà interessata dagli eventi migratori tra il XIV - XV secolo, favoriti dalla politica ascolana, quando una gran parte delle popolazioni della montagna si trasferì lungo la valle del Tronto ed in altre località del comitato ascolano. Lo scopoe era popolare la bassa vallata del tronto e l'entroterra a confine con la rivale Fermo, alcuni esempi sono la contrada Gaico di Castorano o forse anche quella tra Offida e Castignano, a cavallo del fosso Caico.
La chiesa di Santa Maria inter Silvas è attestata fin dal XVI secolo, a differenza delle vicine chiese di Meschia e Ronciglione ricadenti nella diocesi di Fermo, questa appartiene invece a quella di Ascoli. Nell'anno 1798 i moti rivoluzionari nella capitale, costringeranno il Papa alla fuga; sarà istituita la Repubblica Romana e saranno riformati gli organi amministrativi. Viene istituito il Dipartimento del Tronto, comprendente il Distretto di Ascoli e vari cantoni a lui sottoposti. Il villaggio finisce con il resto del comune di Osoli nel Cantone di Acquasanta, dopo pochi mesi la Repubblica sarà sciolta e le cose torneranno com'erano fino al 1808, quando arriva il regno italico di Napoleone. Nel frattempo le popolazioni montane, quasi sempre fedeli al pontefice, si ribellavano dandosi al brigantaggio, favoriti dalla scarsa accessibilità dei luoghi.
Durante la restaurazione passa come comunità del Governo di Mozzano, nel distretto ascolano della nuova Delegazione Apostolica, ma nel 1827 ritorna sotto il ricostituito comune di Osoli fino all'Unità d'Italia. Nel 1866 il territorio municipale con le sue frazioni, confluisce nell'attuale municipio di Roccafluvione. A partire dalla fine del XIX secolo il territorio montanto subisce un forte spopolamento, complice il fenomeno migratorio verso la città o l'estero. Nel 1936 è ancora attiva in paese la confraternita del Santissimo Sacramento ma nello stesso anno viene sciolta la Comunanza Agraria del paese e di molti altri centri dell'area.
Oggi non rimane molto del centro storico del paese, complici l'abbandono e gli ultimi terremoti, in particolare quello del 2016 che ha gravemente danneggiato anche la chiesa; sopravvivono alcune case di recente costruzione che si sono sviluppate ai margini dell'abitato. Si arriva percorrendo la strada che, attraversando Ronciglione di Sotto e di Sopra, raggiunge Meschia, tra queste due località c'è l'incrocio stradale per Gaico, distante qualche centinaia di metri. Si sale incontrando le prime villette contemporanee, fino a raggiungere un lavatoio al centro di un'incrocio; sulla destra si penetra dentro la zona storica dell'incasato. In posizione centrale vi è la chiesa di Santa Maria Intersilvas, danneggiata dagli ultimi terremoti, circondata da alcune case in pietra arenaria e dai resti di edifici demoliti. Un tempo era composto da una fila di casamenti a schiera, disposti parallelamente alla chiesa, davanti ad essa passava la strada principale, coperta da un'altra fila di abitazioni. Sono state erette in varie epoche, le più antiche risalivano al XVI secolo, nonostante questo la frazione è nota come punto di riferimento per gli escursionisti. Da qui partono diversi sentieri che percorrono le montagne del comprensorio di Monte Ceresa, tra Roccafluvione e Montegallo.

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